Assertività
Con “assertività” si indica una modalità di relazione flessibile attraverso la quale si affermano i propri punti di vista senza prevaricare né essere prevaricati, una sorta di punto di equilibrio tra aggressività e passività. È la capacità comunicativa di usare qualsiasi contesto relazionale a proprio favore; è anche intesa come l’arte di vincere senza combattere nell’ambito di una relazione interpersonale.
Dove nasce l'assertivitàIl primo a parlare di “assertiveness” fu Salter nel 1949, uno statunitense studioso del comportamento umano. Studiando le cause e gli effetti dell’ansia sociale, elaborò le prime teorie sui comportamenti assertivi.
Negli anni Cinquanta s’interessò a queste tematiche anche lo psicologo Comportamentista Wolpe e nel 1963 Lazarus e Bandura iniziarono ad approfondire studi sull’addestramento all’assertività, applicando tecniche di role-playing (simulazioni di situazioni reali messe in atto durante l’addestramento) e di modeling (tecnica di apprendimento che si avvale di modelli che mettono in atto il comportamento da imparare).
Nel 1974 un libro di Alberti e Emmous (You perfect right), mette in evidenza non soltanto l’importanza di esprimere se stessi, ma anche quello di tenere conto delle esigenze della relazione con l’altro nella comunicazione interpersonale, con una particolare attenzione al risultato a lungo termine.
Secondo Smith (When I say no I feel guilty, 1985) i diritti della assertività sono riconducibili al diritto di essere noi i giudici finali di noi stessi e dei nostri comportamenti. A partire da tale momento, il tema dell’assertività è stato studiato ad ampio raggio nell’ambito di diversi approcci psicologici.

Deriva dall’inglese assertiveness e dal latino asserere e il significato comune del termine nella lingua italiana è quello di affermativo, e affermativo a sua volta è sinonimo di positivo e ben riuscito. Già da questa brevissima analisi linguistica si comprende come nel tema dell’assertività coesistono almeno due diversi significati:
- l’affermare, cioè esprimere le proprie opinioni e i propri desideri
- l’impegno a risolvere positivamente le situazioni ed i problemi.
La persona assertività
La persona assertiva non fa violenza sugli altri, ma non permette che gli altri siano aggressivi nei suoi confronti, non li subisce. L’assertivo accetta il punto di vista altrui, è disponibile a interrogarsi e modificare la propria opinione, non pretende che gli altri si comportino come fa piacere a lui, li rispetta e non è possessivo nei loro confronti.
È un comportamento tipico dell’assertività usare l’ “io” nella formulazione delle frasi, mentre è spesso aggressivo usare il “tu”. Possiamo dire: Non mi piace. Non ho voglia. Non mi trovo a mio agio; stiamo comunicando sensazioni che proviamo noi e questo è corretto, usiamo formulazioni in prima persona. È aggressivo dire: “Tu mi fai stare male, tu non mi capisci”; in questo modo stiamo attribuendo agli altri il nostro disagio, quando invece il disagio è nostro.
Esercitare l’assertività significa saper comunicare senza (eccessive) paure e senza troppe riserve mentali, e possedere quel coraggio e quella decisione che derivano da una buona stima di sé, fondata su risorse personali e su abilità professionali sicure e non velleitarie.
La struttura della assertività
L’assertività è un sistema complesso di abilità funzionalmente ordinati su cinque livelli.
- Al primo livello si colloca l’abilità di riconoscere le emozioni proprie e altrui
- al secondo livello vi è la capacità di comunicare emozioni e sentimenti attraverso molteplici strumenti comunicativi (mimici, gestuali, verbali)
- al terzo livello vi è la consapevolezza dei diritti della persona. Questo livello ha un ruolo centrale nella teoria dell’assertività, perché è sui diritti e sul principio di reciprocità che si fonda la distinzione tra comportamenti passivi, aggressivi e assertivi.
- Al quarto livello vi è disponibilità ad apprezzare se stessi e gli altri
- al quinto livello vi è la capacità di autorealizzarsi con la consapevolezza di poter decidere sui fini della propria vita
In generale è possibile descrivere la persona Passiva come colei che idealizza l’altro, parla dei propri errori, non riesce a richiedere, si scusa sempre. non riesce a dire di no. All’opposto vi è la persona Aggressiva che interrompe l’altro, non lo lascia parlare, insulta, è offensivo, giudica, deprezza gli altri.
Invece la persona che ha fatto propria l’assertività rispetta sé stesso e gli altri, riesce a chiedere e richiedere, sa dire di NO, sa sopportare l’attenzione degli altri, sa accettare di sbagliare. In tale prospettiva la assertività:
- Non ingenera, in chi la dà, né colpa né insicurezza e né ansia.
- Fa esprimere pienamente ed adeguatamente colui che la dà con le parole e con i gesti.
- E’ data da chi decide per se stesso senza prevaricare sugli altri.
- Permette di raggiungere lo scopo senza prevaricare gli altri.
- Permette di scegliere autonomamente.
- Ingenera autostima e fiducia in sé e negli altri.
- Realizza la dignità di chi dà tale risposta, salvaguardando quella altrui.

- Voi soli avete il diritto di giudicare il vostro comportamento, i vostri pensieri e le vostre emozioni, e di assumervene la responsabilità accettandone le conseguenze
- Voi avete il diritto di non giustificare il vostro comportamento adducendo ragioni, scuse o spiegazioni.
- Voi avete il diritto di decidere se occuparvi dei problemi degli altri, di decidere di non assumervi la responsabilità di risolvere i problemi altrui.
- Voi avete il diritto di mutare parere e opinione, e di cambiare il vostro modo di pensare.
- Voi avete il diritto di sbagliare, assumendovi la responsabilità delle eventuali conseguenze negative.
- Voi avete il diritto di essere illogici nelle vostre scelte.
- Voi avete il diritto di rifiutare una richiesta che porta via troppo tempo o risorse dai vostri impegni.
- Voi avete il diritto di dire: “Non so”, quando vi si chiede una competenza che non avete.
- Voi avete il diritto di dire: “Non capisco” a chi non dice chiaramente che cosa si aspetta da voi.
- Voi avete il diritto di dire: “Non mi interessa” quando gli altri vi vogliono coinvolgere nelle loro iniziative.
Apprendere o perfezionare un comportamento assertivo richiede alcuni prerequisiti personali senza i quali l’assertivo rischia di apparire una sorte di rituale poco spontaneo: non si tratta di apparire assertivi, ma di esserlo e quindi di confrontarsi continuamente con la realtà in un modo non solo soddisfacente per sé ma anche più utile per gli altri. Essere assertivi significa avere un comportamento adeguato alle necessità nelle diverse occasioni delle relazioni quotidiane.
È possibile imparare a diventare assertivi !
La psicoterapia cognitiva e comportamentale si propone di trovare delle indicazioni operative per risalire agli antecedenti dei comportamenti, sia per estinguerli, sia per modificarli, sempre con il fine di instaurare nuovi comportamenti più funzionali al contesto di vita.
Un ambito privilegiato di intervento psicologico è legato al Training Assertivo, un percorso individualizzato di formazione a relazioni interpersonali assertive, che vuole coprire ogni aspetto della comunicazione interpersonale e della percezione dei propri bisogni e desideri.
Training Assertivo
L’addestramento alla assertività parte da alcune abilità base comunemente codificate in tecniche specifiche di gestione dei conflitti, tra le quali: Esercitare la critica, Accettare le critiche, Difendersi, Asserzione negativa, Inchiesta negativa, Disco rotto, Annebbiamento, Disarmare l’aggressività, Ignorare selettivamente.
Prosegue poi con numerose sessioni di role-playing e problem-solving interpersonale volte alla acquisizione delle abilità comunicative cognitive, comportamentali, emotive e non verbali. Si struttura infine nell’aiutare la persona ad ascoltare i propri desideri e i propri obiettivi e impegnarsi attivamente per realizzarli.
L’obiettivo è aiutare la persona a promuovere l’assertività, ovvero modalità di comunicazione che si attuano attraverso un comportamento partecipe attivo e non in contrapposizione con l’altro; un atteggiamento responsabile, caratterizzato da piena fiducia in sé e negli altri; un comportamento completo che manifesta pienamente il proprio sé, funzionale all’affermazione dei propri diritti senza negare i diritti e l’identità dell’altro; un atteggiamento che non giudica e avulso da critiche non costruttive verso l’altro ovvero senza pregiudizi; la capacità di comunicare i propri sentimenti in maniera chiara e diretta e onesta senza manifestare aggressività o essere minacciosi verso l’altro.
La persona che sperimenta l’assertività sa esprimere se stessa attraverso la manifestazione delle proprie opinioni e dei propri sentimenti. Riesce a fissare i propri scopi ed i propri obiettivi per perseguire le priorità che ritiene essere più consone a sé stessa. L’assertivo chiede ciò che si desidera, dal momento che ognuno ha il diritto di esprimere i propri bisogni. Ciascuno ha delle necessità e desideri ed è utile esprimerli nelle relazioni. Sa giudicare il proprio comportamento, indipendentemente dalla benevolenza degli altri; si può giudicare il proprio comportamento, senza avere bisogno dell’approvazione o delle critiche altrui.
Per apprendere lo stile di comunicazione assertivo occorre diventare consapevoli di alcuni nostri “errori” e del senso di disagio che si prova nelle relazioni interpersonali. Occorre non sperare di cambiare gli altri, perché il cambiamento deve avvenire in noi stessi.
Per approfondire:
- Rolla E. (2006). Il problema non è mio, è tuo. SEI.
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